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Semplici ma preziose precauzioni per salvaguardare la salute in laboratorio

Con l’aumento dell’età anagrafica dei lavoratori, la malattie professionali rappresentano una minaccia alla propria qualità della vita! Anche gli odontotecnici non si sottraggono a questo principio: spesso le metrature e le disposizioni strutturali dei laboratori italiani, con ambienti poco isolati tra loro, fanno sì che polveri e fumi delle lavorazioni possano diffondersi o concentrarsi tra loro nell’ambiente, creando potenziali pericoli se non vengono utilizzati i DPI previsti; del resto sono davvero pochi i laboratori odontotecnici che si sono dotati di sistemi per la purificazione della qualità dell’aria, che sappiamo non essere particolarmente economici. Non dobbiamo poi tralasciare i rischi dettati dalle potenziali contaminazioni crociate, dei rumori, della scarsa illuminazione: un quadro che deve far riflettere gli operatori affinché nel limite del possibile vengano prese tutte le misure necessarie per eliminare tutti o alcuni di tali rischi.

Le nuove tecnologie digitali hanno di fatto ridotto drasticamente l’utilizzo di materiali e di processi produttivi che comportavano possibili rischi di inalazioni delle polveri, come quelle ad esempio provenienti dai gessi e dai rivestimenti. O basti pensare a quando occorreva prelevare cilindri e crogioli roventi dai forni di preriscaldo, in seguito al processo di fusione di metalli nobili e non nobili; di fatto però se da un lato le nuove tecnologie hanno ridotto l’utilizzo di alcuni materiali e la diffusione nell’ambiente delle polveri di gessi e rivestimenti e delle combustioni delle cere e delle resine nella fase di preriscaldo dei cilindri, come contraltare hanno introdotto nuovi materiali con processi produttivi potenzialmente pericolosi: si pensi ad esempio all’inalazione delle polveri di zirconia o dei solventi come l’alcol isopropilico per la fase di post-processing dei manufatti prototipati 3D che si stanno sempre più diffondendo all’interno dei laboratori odontotecnici italiani.

Il materiale più diffuso all’interno dei laboratori resta ancora il polimetilmetacrilato, tuttora accompagnato da una serie di raccomandazioni mandatorie indicate dai produttori durante l’utilizzo di detti materiali. Raccomandazioni che troppo spesso vengono sottovalutate o ignorate, forse per via di vecchi retaggi. Questi comportamenti devono far riflettere gli operatori che tralasciano di seguire le chiare indicazioni dei produttori sull’effettivo rischio alla sensibilizzazione del proprio corpo a tali materiali. Con questo breve filmato animato si vuole richiamare la Vostra attenzione su come semplici e quotidiane abitudini possono giorno dopo giorno salvaguardare il futuro della salute degli operatori a noi particolarmente a cuore.

Buona visione

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