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Restauro adesivo di I classe con tecnica adesiva Selective Enamel Etch

Articolo pubblicato su DentalAcademy.it

La paziente di 43 anni si presenta alla nostra osservazione per un controllo odontoiatrico.
Essa riferisce di essersi trascurata, di non essersi recata da un tentista da tempo e di non essersi sottoposta a controlli con radiografie da almeno cinque anni.

All’ esame clinico risulta evidente la presenza di un processo carioso a partenza dei solchi occlusali dell’elemento 47. Al di sotto della superficie dello smalto occlusale traspare un’area fortemente discromica (Fig. 1). L’esame radiografico evidenzia una zona di radiotrasparenza al di sotto della giunzione smalto-dentinale occlusale dello stesso elemento.

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Una volta somministrata l’anestesia l’elemento viene isolato con diga di gomma applicando l’uncino sul singolo elemento visto che le due creste marginali mesiale e distale risultano sane sia all’esame radiografico che clinico.
Viene eseguita l’apertura della superficie di smalto occlusale in proiezione dell’area maggiormente discromica con una fresa diamantata montata su manipolo ad alta velocità sotto spray d’acqua.
Una volta rimosso lo smalto sotto-minato compare un’area di dentina fortemente discromica tipica di un processo carioso a dinamica di sviluppo molto lenta. (Fig. 2)
Successivamente viene eseguita la rimozione selettiva della carie con fresa a rosetta in carburo di tugsteno montata su manipolo a bassa velocità.

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Una volta effettuata la detersione della cavità residua viene applicato un colorante a base di fucsina basica per rilevare eventuali residui di tessuto dentale compromesso dalla carie. (Fig. 3)
Effettuata quindi la totale rimozione del tessuto danneggiato vengono eseguite le manovre adesive utilizzando l’adesivo universale iBond Universal (Kulzer). In questo
caso viene effettuata una procedura a due passaggi, mordenzatura selettiva dello smalto con acido ortofosforico al 37% e successiva applicazione del primer-bonding.

Questa tecnica adesiva (Selective Enamel Etch) permette di ridurre il rischio di sensibilità post-operatoria, inoltre successivamente a tale fine viene posizionato su tutta la superficie dentinale un sottile strato di Venus Diamond Flow (Kulzer) adeguatamente polimerizzato. (Fig. 4)
A questo punto vengono posizionate due masse di composito (polimerizzate singolarmente) ad alta cromaticità Venus Pearl HKA5 Kulzer (Fig. 5) anticipando la modellazione delle successive masse smalto. A questo proposito, viene posta particolare attenzione a lasciare uno spazio sufficiente alle masse finali di smalto.

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Vengono infine posizionate le masse smalto Venus Pearl CL e BL Kulzer (Fig. 6 e Fig. 7) seguendo una stratificazione centripeta basata sulle informazioni della struttura residua periferica. Vengono quindi modellati i versanti e le creste marginali in successione in modo da far nascere i solchi occlusali dalla giustapposizione delle masse stesse. (Fig. 8)

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Vengono delicatamente applicati pigmenti sul fondo dei solchi per dare una maggiore tridimensionalità alla superficie occlusale. (Fig. 9 e 10) Viene effettuata una prima rifinitura dei soli margini del restauro tramite una fresa diamantata ad oliva a grana medio-fine montata su manipolo moltiplicatore ad anello rosso.

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Una volta rimossa la diga di gomma si effettua una verifica dei contatti occlusali tramite carta da articolazione e per finire la superficie del restauro viene lucidata con gommini e paste.

Vengono delicatamente applicati pigmenti sul fondo dei solchi per dare una maggiore tridimensionalità alla superficie occlusale (Fig. 9 e 10). Viene effettuata una prima rifinitura dei soli margini del restauro tramite una fresa diamantata ad oliva a grana medio-fine montata su manipolo moltiplicatore ad anello rosso. Una volta rimossa la diga di gomma si effettua una verifica dei contatti occlusali tramite carta da articolazione (Fig. 11) e per finire la superficie del restauro viene lucidata con gommini e paste (Fig. 12, 13).

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Dr. Riccardo Becciani
Dr. Riccardo Beccianihttps://www.riccardobecciani.it/
Articolo a cura di Dr. Riccardo Becciani, libero professionista in Firenze, socio attivo AIC.

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