Talvolta ci troviamo di fronte a situazioni limite, come in questo caso in cui, rimossa tutta la lesione cariosa sull’elemento 25, abbiamo difficoltà ad isolare correttamente il gradino cervicale, intravediamo la polpa ed, inoltre, abbiamo una parete residue spessa cerca 1.5 mm. Che si fa? Eseguo un restauro diretto od indiretto?
Prima di tutto faccio una serie di considerazioni che mi spingeranno in una direzione piuttosto che in un’altra:
- il dente è vitale?
- Com’è la qualità delle pareti residue?
- La paziente è completamente dentata oppure ha un carico masticatorio maggiore nella zona del dente da restaurare?
- Sono osservabili segni di parafunzione?
Restauro diretto con pareti residue sottili
Di fronte a fattori occlusali favorevoli ed a pareti residue di buona qualità prive di crack si sceglie di eseguire un restauro diretto, avendo cura di usare materiali e tecnica di stratificazione ben precisi:
- Adesione con adesivo universale iBond Universal mordenzando selettivamente solo lo smalto, per evitare di traumatizzare la polpa
- Ricostruzione di entrambe le pareti interprossimali
- Stratificazione obliqua, lavorando prima sulla parete più spessa: applicazione di Venus Bulk Flow One per la dentina e Venus Pearl A2 per lo smalto
- Secondo strato obliquo sulla parete sottile: prima bulk e poi body. Si sceglie di stratificare in un secondo momento la parete sottile in modo che lo stress da contrazione si distribuisca su entrambe le pareti.
- A restauro completato si esegue la lucidatura ed il controllo occlusale.
Al follow up di 3 anni non si osservano fratture segni e sintomi compatibili con una pulpite irreversibile.