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Maestri di motivazione

Trovare del buon personale è difficile, ma riuscire a tenerlo per lungo tempo nella propria azienda lo è ancora di più. Per far sì che ciò sia possibile, la motivazione ha un ruolo decisivo. WE Lab ha chiesto a quattro titolari di laboratorio in Italia, Germania e Svezia, con alle spalle un’esperienza manageriale di molti decenni, di spiegare quale sia la loro ricetta per il successo. Nell’intervista svelano a WE le loro coraggiose, creative e pratiche idee.

SERGIO CATALE

SERGIO CATALE
titolare del laboratorio “Odontotecnica
S.r.l.s.” di Salerno, Italia

kirchberg guido - Kulzer Blog

GUIDO KIRCHBERG
amministratore delegato del laboratorio “Ketterling Dental-Technik”
di Berlino, Germania

Johnny Tekin

JOHNNY TEKIN
vice presidente del laboratorio
“Nordentic AB”
di Malmö, Svezia

MASSIMO TARTAGLIONE
titolare del laboratorio
“DI.MO S.a.s.”
di Roma, Italia

Ci racconti qualche segreto: come riesce a motivare ogni giorno il suo personale? Cosa fa per fargli dare il massimo?


Sergio Catale: non lo definirei un segreto, anzi il mio approccio potrebbe apparire abbastanza banale. Io sono costantemente in contatto con loro. In questo modo so cosa pensano e quali sono i loro punti di forza. Ciò mi aiuta a usare in maniera mirata le loro capacità e a sostenerli e motivarli. È importante trovare sempre il giusto equilibrio tra elogio e critica.


Guido Kirchberg: il mio personale è la risorsa più importante. Io cerco di farglielo percepire ogni giorno, anche quando lo stress si fa sentire. Può avvenire sotto forma di apprezzamento verbale o, in caso di risultati speciali, in un bonus non monetario. Anche la salute del mio personale mi sta particolarmente a cuore: per questo motivo da qualche anno un fisioterapista viene regolarmente in laboratorio. Ciò riduce non solo il numero dei giorni di malattia, ma assicura anche un’atmosfera più rilassata e distesa.

So cosa pensano i miei dipendenti e quali sono i loro punti di forza. Questo mi aiuta a promuoverli e motivarli in Modo strategico.”

Johnny Tekin: il proprietario del laboratorio è la colonna portante di tutto. Non solo dovrebbe essere un team leader e mentore, ma soprattutto un buon esempio da seguire. Solo se lui dà sempre il massimo il personale è disposto a fare altrettanto. Questo è l’unico modo in cui il laboratorio può svilupparsi e crescere. Tutti sono al corrente dell’attuale difficile situazione che vivono i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro. Ritengo importante offrire un posto di lavoro invitante. La mia esperienza è che nella fase iniziale, i dipendenti trovano spesso motivazione nel fatto di avere dei clienti interessanti e di poter godere di buone opportunità di formazione; al punto che talvolta queste cose sono più motivanti di uno stipendio alto.

In generale, mi ispiro alla piramide di Maslow per identificare quali sono i bisogni dei miei dipendenti e come posso motivarli, perché così come esistono bisogni diversi, ci sono misure diverse da adottare a seconda del caso. Massimo Tartaglione: il mio approccio varia molto da collaboratore a collaboratore. Ci sono dipendenti che si sentono motivati unicamente tramite un riconoscimento economico mentre
altri apprezzano maggiormente riconoscimenti professionali come corsi specifici o altro.


ll successo di un laboratorio dipende non solo dalla motivazione di ogni singolo individuo, ma dall’intero team. Come rafforza il senso di appartenenza all’interno del suo laboratorio?


Johnny Tekin: io paragono sempre il nostro team ad una orchestra. Ognuno mette a disposizione le proprie conoscenze e il proprio talento e assicura, alla fine, un’interazione armoniosa. Si sa che le stelle soliste spesso portano molta irrequietezza nel team. Ma alla fine ciò che conta è la prestazione del gruppo. Noi proviamo a rafforzare questo spirito di squadra attraverso iniziative comuni. Ogni anno, per esempio, organizziamo dei “Team-bulding Days”, delle giornate che prevedono seminari comuni insieme a esperti in materia e durante i quali lavoriamo su diversi argomenti, non soltanto inerenti all’attività di laboratorio. È anche mportante che il personale conosca esattamente quali siano gli obiettivi del laboratorio. Quindi dobbiamo essere bravi noi
titolari a delineare chiaramente l’attuale situazione del laboratorio e gli obiettivi posti a breve, medio e lungo termine. Guido Kirchberg: posso solo essere d’accordo con il mio collega svedese. La costante interazione tra i componenti del team del
laboratorio è per me molto importante. Per esempio, cerchiamo sempre di fare le pause pranzo insieme. Ci incontriamo anche al di fuori dell’orario di lavoro per pranzi in comune, per i festeggiamenti di Natale e altre attività. Ciò stimola la coesione e favorisce la creazione di uno spirito di gruppo.


Massimo Tartaglione: il mio gruppo di lavoro è composto da dipendenti under 30, quindi da un punto di vista generazione è un gruppo omogeneo al quale va dato il giusto tempo di crescita professionale. Il tutto nel rispetto delle logiche produttive dell’azienda. Per me è fondamentale la cura con cui mi dedico alla selezione e alla crescita del mio personale. Inoltre, al di là dell’attività di lavoro dove il gioco di squadra è fondamentale in quanto più persone partecipano all’esecuzione del prodotto finale, organizzo attività conviviali, soprattutto cene per rafforzare il rapporto umano che, se curato, rende più facile anche quello lavorativo.

Sergio Catale: penso che il collante principale di un buon team sia la condivisione a 360° di tutto quello che avviene all’interno del laboratorio. Li coinvolgo su tutto il processo produttivo valutando tutti insieme le singole lavorazioni da effettuare, gli acquisti a cui far fronte, i fornitori da scegliere ecc.. Inoltre curo molto il rapporto umano e le loro necessità in ambito lavorativo.

“Io mostro loro anche le opportunità di sviluppo, in modo che sappiano come poter crescere all’interno dell’azienda. Per questo lavoriamo insieme per creare un piano di sviluppo annuale.”


Quali misure prendete per tenervi stretto il personale nel lungo periodo?

Sergio Catale: la cosa più importante è già stata fatta: sono diventati soci del laboratorio. Poiché ognuno di loro è coinvolto nell’azienda attraverso una quota di proprietà, è nel loro interesse che il laboratorio abbia successo anche dal punto di vista
finanziario. Allo stesso tempo, offrire loro una partecipazione nella società è stato il più chiaro ed evidente segno della mia riconoscenza verso di loro.

Johnny Tekin: da un lato, fornisco ai miei dipendenti degli schemi chiari e una precisa distribuzione dei ruoli in modo che sappiano quello che mi aspetto da loro. Dall’altro lato, cerco di dare loro le opportunità di sperimentare molte nuove tecnologie, rendendoli degli early adopter. Oltre a tutto ciò, ogni anno lavoriamo insieme al piano di sviluppo e in tal modo si rendono conto personalmente di quali sono le possibilità di crescita all’interno dell’azienda. Inoltre ogni anno viene proposto un programma di formazione nell’ambito del quale ogni dipendente può scegliere il percorso più indicato a lui.


Un recente studio ha evidenziato l’importanza della comunicazione con il proprio personale per raggiungere il successo dell’azienda. Come assicura lo scambio continuo e l’interazione personale con i suoi tecnici?


Massimo Tartaglione: curo molto la comunicazione con i miei dipendenti, ogni giorno. Anche quando non ci sono problemi da affrontare, trovo sempre il modo di coinvolgerli nell’attività del laboratorio, rendendoli partecipi e facendoli sentire parte integrante. Cerco di meritarmi la loro stima perchè solo in questo modo la comunicazione può essere spontanea e fluida.

Guido Kirchberg: per me la comunicazione con il personale è molto importante. Cerco di restare in contatto con loro regolarmente, anche al di là degli argomenti di laboratorio. Essere aperti e trasparenti è in questo caso essenziale. Cerco di essere di esempio per il mio personale, informandoli di tutte le importanti decisioni da prendere riguardanti il laboratorio. Questo è il solo modo con il quale posso infondere la fiducia necessaria e sapere che supportano me e la mia azienda.

Sergio Catale: la comunicazione nel laboratorio è assolutamente molto importante. Ma quali strategie adottare? A livello di team, facciamo una riunione all’inizio di ogni settimana per rimanere tutti aggiornati sullo stato di avanzamento dei lavori. Nella stressante vita quotidiana di laboratorio, una piacevole conversazione con i colleghi è di grande aiuto. Trascorrere del tempo piacevole e riuscire anche a divertirci sul posto di lavoro è la nostra prima priorità, non c’è un giorno in cui non ridiamo insieme. A livello personale, faccio anche molta attenzione alle relazioni interpersonali e a comunicare sempre in modo molto onesto e diretto con il mio personale.


QUAL È IL TUO RUOLO NELLA MOTIVAZIONE DEI DIPENDENTI?

Abbiamo un suggerimento di lettura per te.
Perchè? Perchè più cambia la professione dell’odontotecnico e più bisogna diventare un modello da seguire.
In tempi di digitalizzazione, si tratta di passare da manager a leader.
Come? Scoprilo su michaelpage.co.uk/content/future-of-leadership/

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