Riportando un concetto espresso dal Prof. Michel Degrange “the battles of bonds“ una delle domande che con maggior frequenza mi viene posta è: ma quale sistema adesivo mi consigli?
Mai come nell’ambito dell’adesione smalto-dentinale la domanda è più sensata, in considerazione dell’elevata quantità di adesivi presenti in commercio, della classificazione in strategie e non in generazioni che ancora fatica a essere pienamente compresa e, spesso, del non rigoroso rispetto dei modi e dei tempi di applicazione dell’adesivo stesso.
Per una particolare classe di adesivi smalto-dentinali esiste una relazione tra le frese diamantate che s’impiegano nella preparazione della dentina e l’efficacia del legame adesivo che si ottiene.
Da alcuni anni sono presenti in commercio i sistemi adesivi self-etching One Bottle, vale a dire che includono in un unico flacone l’azione mordenzante, di priming verso la dentina e di bonding nei confronti sia della dentina sia dello smalto.
Dal punto di vista clinico e operativo i sistemi adesivi self-etching One Bottle si possono definire One-step prevedendo, nella maggior parte dei sistemi, un’unica applicazione alla quale segue l’evaporazione del solvente prima della foto-polimerizzazione.
Fanno parte di questa categoria anche i più recenti sistemi adesivi universali utilizzati nella modalità self-etch.
Nella continuazione dell’articolo, per una più facile comprensione e ricaduta clinica, definiremo i sistemi adesivi self-etching One Bottle e gli Universali applicati in modalità self-etch come self-etch One step.
Gli adesivi self-etch One step hanno un comportamento abbastanza delicato nei confronti dei tessuti dentali – definito mild o intermedio, ma di sicuro non aggressivo – e per interagire con la dentina a formare l’interfaccia adesiva devono attraversare per permeabilità il fango dentinale prodotto durante la preparazione cavitaria.
La qualità del fango dentinale prodotto durante la preparazione cavitaria dipende, tra i molti fattori, anche dalla granulometria della fresa che si utilizza.
Un fango dentinale troppo compatto può ostacolare la diffusione degli adesivi self-etch One step attraverso il fango dentinale stesso.
Per questo motivo si rende necessaria una precisazione sulle frese, la loro granulometria e quale tipologia deve essere impiegata in associazione agli adesivi self-etch One step nel condurre il restauro adesivo in resina composita.
Gli strumenti rotanti diamantati si dividono, in maniera molto sintetica, in base alla granulometria delle particelle di diamante – si parla di grit – in:
Il fango dentinale generato dalle frese molto aggressive – anello verde o blu – è spesso poroso e ricco dei frammenti di fibre collagene dentinali frastagliate dall’azione rotante degli strumenti.
Quello prodotto dalle frese mediamente aggressive – anello rosso – appare più compatto e meno poroso e, in conclusione, quello creato dalle frese poco aggressive – anello giallo – appare sottile, poco poroso e molto compatto.
Uno studio in vitro (1) su campioni di dentina sottoposti ad abrasione superficiale ed artificiale – che simula la granulometria delle frese prima citate – ha evidenziato che un fango dentinale spesso e poroso si oppone parecchio alla diffusione del sistema adesivo self-etch One-step verso la dentina sottostante con limitazioni ad interagire (soprattutto dal punto vista del legame chimico) con quest’ultima.
La traduzione clinica di queste osservazioni in vitro potrebbe essere ricondotta alla generazione di bassi valori di adesione alla dentina e scarsa stabilità nel tempo dell’interfaccia adesiva prodotta. In sintesi una scarsa performance adesiva verso la dentina.
Queste considerazioni riportate dagli autori sarebbero riconducibili al fatto che gli adesivi self-etch One-step sono una soluzione di monomeri di dimensioni diverse – più precisamente con un diverso peso molecolare – e di conseguenza i monomeri più voluminosi presentano difficoltà a permeare uno strato di fango dentinale spesso e, seppur poroso, con frammenti di fibre collagene fittamente intrecciate tra loro.
Tips & Tricks
Il clinico che preferisce nella sua pratica clinica l’impiego di sistemi adesivi self-etch One step dovrebbe prestare attenzione alla granulometria delle frese che impiega nella preparazione cavitaria e, in maniera particolare, nel lavorare la dentina.
Sarebbe meglio evitare, alla luce delle conclusioni del lavoro descritto, frese molto aggressive (anello verde/blu) in grado di produrre uno strato di fango dentinale spesso e ricco di frammenti di collagene che impediscono la diffusione dell’adesivo verso la dentina sottostante.
L’utilizzo di queste soluzioni adesive dovrebbe far ricadere la scelta su una fresa a grana poco aggressiva (anello rosso o giallo) al fine di creare un fango dentinale più sottile ma anche più permeabile.
Keep in Mind
I sistemi adesivi self-etch One step preferiscono:
Fig. 1: Inserti diamantati speculari per dimensione della grana agli strumenti rotanti diamantati secondo la nomenclatura ISO.
Anello verde 125 micron, anello azzurro 80 micron, anello rosso 40 micron, anello giallo 15 micron.
Fig. 2: Cavità occlusale in smalto e dentina.
Fig. 3: Soluzione adesiva self-etch One step costituita da monomeri resinosi di diverse dimensioni e peso molecolare.
Fig. 4: Applicazione della soluzione adesiva self-etch One step sulla dentina preparata con frese a ridotta granulometria in grado di produrre un fango dentinale sottile e più facilmente permeabile tale da permettere l’interazione dell’adesivo con la dentina sottostante per formare l’interfaccia adesiva.
Bibliografia
- Takamizawa T., Barkmeier WW., Sai K., Tsujimoto A., et al.
“Influence of different smear-layers on bond durability of self-etch adhesives”
Dent. Mater. 2018; 34: 246 -259