Il paziente, maschio di 73 anni in buona salute generale, si presenta alla nostra osservazione per la riabilitazione dell’arcata inferiore, dopo aver già realizzato una protesi superiore con carico immediato su 6 impianti finalizzata con protesi tipo Toronto. Ha espresso il desiderio di una riabilitazione fissa su impianti anche all’arcata inferiore.
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La compromissione degli elementi dell’arcata inferiore ha posto l’indicazione per una bonifica della stessa, con definizione dello spazio protetico corretto mediante una protesi totale pre-estrattiva.
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Il piano di trattamento si completa con l’inserimento successivo di 4 impianti intraforaminali, con protesi fissa provvisoria a carico immediato, e una protesi fissa a supporto implantare definitiva, secondo protocolli già ampiamente consolidati (Ref. 1).
Foto 4
Foto 4
Le radici di 3.3 e 4.3, già sottoposti a terapia canalare, sono state inizialmente mantenute, con l’aggiunta di attacchi radicolari sferici per overdenture per garantire una ritenzione sufficiente in attesa della riabilitazione protesica definitiva.
La protesi totale pre-estrattiva rappresenta insieme strumento terapeutico dell’edentulismo e diagnostico dello spazio protetico e dei parametri estetico-funzionali dell’arcata inferiore. è pertanto molto importante che vengano scelti per realizzare la stessa dei denti di sostituzione identici a quelli che verranno utilizzati nel proseguimento della terapia protesica, sia durante le fasi di carico immediato, sia nella realizzazione del manufatto finito. Ciò permette di mantenere inalterati i parametri stabiliti durante lo studio del caso e la terapia protesica provvisoria.
La protesi, attraverso una scansione ambulatoriale con scanner ottico intraorale, viene duplicata digitalmente e se ne realizza una copia fresata in resina trasparente, utile come dima radiologica.
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La dima viene ancorata intraoralmente agli attacchi radicolari, in modo da poterla rimuovere e ricollocare in modo preciso.
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In seguito alla pianificazione software-assistita del posizionamento implantare, la stessa dima radiografica, duplicato della protesi totale in uso al paziente, viene ricollocata sul modello in gesso fresato. In questo modo è possibile, con tecnica CAD-CAM, alloggiare nella dima le guide metalliche per le frese chirurgiche pilota, trasformandola da guida radiologica a dima chirurgica a supporto mucoso e dentale (Ref. 2).
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In seguito all’inserimento di 4 impianti intraforaminali all’arcata inferiore, è stata rilevata una impronta a strappo, alloggiando i transfer nella protesi del paziente opportunamente scaricata.
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In tal modo si rilevano, in un unico passaggio: impronta per il carico immediato degli impianti, DVO corretta, e centrica d’occlusione.
In questo caso, alla fine di realizzare in breve tempo il carico immediato degli impianti inseriti, abbiamo optato per la trasformazione della protesi totale pre-estrattiva in protesi avvitata. La protesi presenta denti Premium (Kulzer) e resina rosa PalaXtreme (Kulzer).
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I denti Premium hanno mostrato in vitro un’elevata resistenza all’abrasione e alla frattura (Ref. 3), accoppiata alla elevatissima resistenza alla frattura della resina
Le foto 13 e 14 mostrano, rispettivamente, la protesi fissa implanto-supportata a carico immediato al momento dell’inserimento nel cavo orale del paziente, dopo circa 4 ore dall’inserimento degli impianti, e l’ortopantomografia di controllo.
Foto 13 – 14
Foto 13 Foto 14
Il rinforzo metallico visibile nella radiografia ha come unico scopo la solidarizzazione dei frammenti nel caso di una eventuale frattura della protesi in resina.
A guarigione avvenuta, è stata rilevata una impronta ottica definitiva con scanner intraorale, utilizzando uno scan-body adeguato, avendo cura di rilevare correttamente la posizione implantare, la forma del provvisorio, l’arcata antagonista e i rapporti occlusali verificati durante la fase provvisoria.
Foto 15
Foto 15
Dall’impronta ottica, è stato ottenuto un modello in gesso fresato con metodica CAD-CAM, dotato di analoghi implantari convenzionali e gengiva artificiale morbida rimovibile.
Foto 16
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La struttura definitiva, fresata in cromo-cobalto, è stata quindi provata nel cavo orale del paziente durante l’appuntamento successivo.
Foto 17
Foto 17
Al ritorno della protesi in laboratorio, si è proceduto al montaggio dei denti sulla struttura metallica e alla resinatura.
Foto 18
Foto 18
Gli Autori trovano molto utile l’utilizzo di un legante specifico, Palabond (Kulzer), da applicare sulla superficie dei denti prima della zeppatura della resina.
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Questo consente di incrementare notevolmente la forza del legame tra denti e resina rosa.
La protesi ultimata, è stata consegnata al paziente.
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Conclusioni
L’approccio a piani di trattamento come quello illustrato richiede una conoscenza approfondita delle tecniche e dei materiali da utilizzare, che consentono di ottenere in modo prevedibile risultati di alta qualità (Ref. 4), con prognosi a lungo termine eccellente.
Bibliografia
- Maló P et al. The All-on-4 treatment concept for the rehabilitation of the completely edentulous mandible: A longitudinal study with 10 to 18 years of follow-up. Clin Implant Dent Relat Res. 2019 Aug;21(4):565-577.
- J Pharm Bioallied Sci. 2013 Jun; 5(Suppl 1): S98–S102.Implant surgical guides: From the past to the present. Ramasamy M et al.
- Stober T et al. Three body wear of resin denture teeth with and without nanofillers. J Prosther Dent 2010;103:108-17.
- Zitzmann NU, Marinello CP. Treatment outcomes of fixed or removable implant-supported prostheses in the edentulous maxilla. Part II: clinical findings. J Prosthet Dent. 2000 Apr;83(4):434-42.